I profeti
Le pagine che seguono sono la conclusione di un libretto su “I Profeti”, nel quale è presentato il fenomeno dei profetismo nella Bibbia e sono riassunti i messaggi dei diversi profeti, scrittori e non, sottolineando soprattutto il tema della liberazione degli oppressi dalle diverse forme di schiavitù. Gli ultimi capitoli fanno capire come il profetismo sia una realtà ancora viva nella storia dell’umanità e della Chiesa.
Il libretto non reca nessuna indicazione dell’anno in cui fu pubblicato, ma sembrerebbe essere stato composto tra il 1977 e il 1978.
Il profeta si impegna
Il profeta non resta alla finestra a guardare gli avvenimenti. Non si limita a parlare delle cose che accadono, e a trasmettere la parola di Dio. Egli si impegna con la parola di Dio. Egli si impegna con la lotta del popolo. Egli è presente negli avvenimenti più importanti della storia sociale e politica del popolo.
Il fatto di essere uomo di Dio, di annunciare il suo messaggio, fa sì che il profeta partecipi attivamente alle lotte del popolo. Per la sua partecipazione attiva, il profeta è condannato, perseguitato, emarginato…
Un esempio di questo è il profeta Geremia. Egli fu sempre presente negli avvenimenti del suo tempo in un periodo tragico che si concluse con la caduta del regno di Giuda. Egli predicò, minacciò, preannunciò la rovina di Israele. Avvertì i re di non allearsi con nazioni straniere. Voleva che il popolo confidasse più in se stesso e nel suo Dio.
Arrivò ad essere accusato di sovversione dai militari. Fu perseguitato e fu arrestato.
La storia di Geremia si ripete nella storia di molti profeti.
Nella Lettera agli Ebrei troviamo l’elogio di questi testimoni: “Altri infine subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati (questo supplizio sarebbe stato inflitto al profeta Isaia dal re Manasse), furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra” (Eb 11,36-38).
Con tutto quello che abbiamo scoperto fino ad ora, possiamo dire che il profeta fa parte di un movimento che cerca di mantenere viva la speranza della liberazione. Cerca di mantenere viva la parola di Dio, lotta perché essa non rimanga vuota e astratta. Invita costantemente alla fedeltà, alla giustizia e all’amore, alla lotta per cambiare la situazione.
Insieme con una piccola minoranza, il profeta è l’agitatore, il perturbatore del popolo – soprattutto dei suoi dirigenti – che desidera restare tranquillo.
Il profeta denuncia il peccato del popolo. Per questo, perché disturba, il profeta è combattuto da tutti e specialmente dai grandi, dai ricchi, dai potenti.
Il profeta vuole che sorga una nuova religione, la religione liberatrice. Una religione fondata sulla giustizia, la santità – cioè la vera conoscenza di Dio -, la pace, l’allegria, l’amore, la bontà; una religione preoccupata di costruire un mondo nuovo, conforme alla volontà di Dio.
Il profeta oggi
Dopo aver ricordato chi furono gli antichi profeti, cosa fecero, possiamo affermare che anche oggi ci sono profeti!
Già il profeta Gioele diceva: “Dopo di questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo” (Gl 3,1). San Paolo ricorda che: “Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri” (1 Cor 12,28).
I cristiani, la comunità cristiana, sono profeti, perché su di loro è stato infuso lo Spirito di Dio che li
rende capaci di divulgare la volontà di Dio tra gli uomini, per testimoniare e trasmettere la sua parola. I cristiani sanno che la parola di Dio non è conservata in un libro, essa vive negli avvenimenti.
I cristiani, riuniti in comunità, illuminati dalla Bibbia, orientati dagli apostoli, cercano di scoprire negli avvenimenti quale sia la volontà di Dio, quale il messaggio che Dio vuole trasmettere.
E’ in questo modo che i cristiani sono profeti.
Il cristiano è profeta quando cerca di trasmettere la parola di Dio nel quartiere, nel lavoro. Il cristiano è profeta quando, per esempio, unendosi ai vicini, discutendo con loro ed essendo illuminato dalla Bibbia, scopre che deve fare una petizione comune per migliorare il quartiere o per esigere un salario più giusto. E’ profeta quando si unisce con i vicini per costruire la casa di una vedova o di un compagno di lavoro. E’ profeta quando si unisce con i compagni per esigere giustizia nel lavoro. Egli è profeta perché cerca di leggere negli avvenimenti la volontà di Dio. Egli è profeta perché lotta per costruire un mondo nuovo. Egli è profeta perché ha la certezza in fronte, la storia in mano, imparando e insegnando una nuova lezione.
I profeti criticano e pongono domande
Criticano e pongono domande alla Chiesa, perché la Chiesa corre sempre il rischio di adattarsi, di
pensare che tutto è sicuro, che nulla deve essere cambiato, migliorato. Durante secoli nella Chiesa la
Messa fu celebrata in latino. Nessuno capiva… Ci furono profeti che si alzarono e criticarono… Non furono ascoltati subito. Alcuni furono combattuti, ma alla fine furono loro che vinsero. Durante secoli la Chiesa appoggiò i ricchi, gli sfruttatori. Ci furono però sempre profeti che misero in questione tutto questo. I profeta mette in discussione sempre il modo di agire e di pensare che c’è nella Chiesa.
Il profeta, però, non critica solo la Chiesa e quello che accade dentro la Chiesa. Egli critica tutto quello che è contro il piano di Dio. Denuncia il razzismo, lo sfruttamento, la mancanza di rispetto per la vita, le precarie condizioni di vita.
La comunità cristiana deve unirsi per guardare a ciò che accade attorno, per scoprire se è d’accordo con il piano di Dio. E se non è d’accordo, la comunità cristiana dovrà essere profeta, criticherà non solo con parole, ma unirà le proprie forze per eliminare quello che è sbagliato, per costruire qualcosa di diverso, di nuovo.
Come possiamo riconoscere i profeti? Come potremo riconoscere se la comunità cristiana è profeta?
Riconosceremo i profeti per l’umiltà e per la coerenza della loro vita, per le opere di giustizia e di pace che fanno e che insegnano a fare. I profeti cercano di promuovere tutti e lottano contro il desiderio di potere o di denaro. I profeti hanno l’impegno attivo di promuovere e di liberare tutti gli uomini da tutte le prigioni, in vista di costruire un mondo nuovo, un mondo più giusto.
In questa costruzione avremo la collaborazione non solo dei cattolici, ma anche dei protestanti, degli atei… perché lo Spirito del Signore suscita profeti anche fuori dei limiti della Chiesa.
Proprio perché promuove la giustizia, l’uguaglianza, il profeta non è accettato dai potenti, da tutti quelli che non vogliono cambiare nulla, che sono interessati a che le cose continuino come sono.
Molte volte i profeti sono perseguitati, sempre emarginati dai potenti. Se qualcuno è molto stimato e valorizzato dai potenti, vuol dire che non è profeta. Si ripete allora il dramma di tutti gli antichi profeti: per essere fedeli alla parola di Dio, affrontano lotte, opposizioni, persecuzioni.
Noi tutti, quindi, siamo chiamati ad essere profeti.
Quale sarà la nostra risposta?
Quale sarà la nostra azione?